Nel nostro asilo

Narrazione

“Le fiabe aiutano a ricordare, a rivivere, a esplorare il mondo, a classificare persone, destini, avvenimenti. Aiutano a costruire le strutture dell’immaginazione, che sono le stesse del pensiero. A stabilire il confine tra le cose vere e le cose inventate. Insomma, se le fiabe non esistessero bisognerebbe inventarle.” – Gianni Rodari

Il compito della scuola è trasmettere cultura.

La cultura, secondo lo psicologo Jerome Seymour Bruner, è essenzialmente una “cassetta per gli attrezzi”.

Tra questi, la narrazione è un’attività fondamentale. La sua finalità è da sempre quella di attribuire significati, al di là delle norme condivise, a tutto ciò che ci circonda, alle esperienze vissute.

La narrazione è una pratica sociale ed educativa che da sempre risponde a molteplici e complesse funzioni: dal “fare memoria” alla condivisione di esperienze collettive, dall’apprendimento al puro intrattenimento.

È uno strumento importante di interpretazione della realtà per interagire con il mondo sociale nel quale noi essere umani viviamo.

È dunque un modo per comprendere tutto quanto ci circonda e per trasmetterlo agli altri.

Nello specifico, nell’ambito della scuola la narrazione ha delle potenzialità formative importanti, poichè conserva e trasmette un sapere di tipo pratico in grado di influire sull’azione umana e rappresenta quindi una modalità significativa di INSEGNAMENTO-APPRENDIMENTO.

Lo sviluppo della competenza narrativa va incontro a questa esigenza, saper narrare non è una dote innata ma un’abilità che può essere coltivata.

Bruner individua due punti fondamentali da cui partire: la conoscenza che ogni bambino deve avere relativamente alle fiabe e ai racconti tipici della propria tradizione culturale e la convinzione che il raccontare storie sviluppa la capacità immaginativa, offrendo così strumenti adeguati per costruire con più sicurezza gli scenari della propria vita.

Ecco perché questa capacità va esercitata, affinata, condivisa, confrontata.

Fondamentale sottolineare inoltre che non è l’insegnante il detentore del sapere da trasmettere ma è attraverso lo scambio collaborativo e cooperativo tra tutti, alunni e insegnanti che si crea l’apprendimento.

Narrare storie e saperle ascoltare può condurre i bambini non solo a “narrare storie” ma a narrare se stessi.